via Tenente Alessandro Petrone (già via Venezia)
Alessandro Petrone, nato a Vieste il 27/1/1911, si era appena laureato in legge, nel 1 luglio del 1934 quando dovette partecipare alla Campagna di Guerra in Etiopia (1935), mentre, allo scoppio del II conflitto mondiale, richiamato con il grado di tenente, fu inviato prima sul fronte occidentale in Francia e, successivamente, in Albania, a Laitizia nei pressi di Berat, sul fronte greco, dove ebbe il comando della I Batteria del 18° reggimento di Artiglieria, che, dopo la sua morte e in suo onore fu detta “Petrone”. La campagna italiana di Grecia si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23 aprile 1941, nell’ambito dei più vasti eventi della campagna dei Balcani della seconda guerra mondiale. La campagna si aprì con un’offensiva del Regio Esercito italiano a partire dalle sue basi in Albania (controllata dagli italiani fin dall’aprile 1939) verso la regione dell’Epiro in Grecia, mossa decisa da Benito Mussolini al fine di riequilibrare lo stato dell’alleanza con la Germania nazista e di riaffermare il ruolo autonomo dell’Italia fascista nel conflitto mondiale in corso. Malamente pianificata dal generale Sebastiano Visconti Prasca ed eseguita con forze numericamente insufficienti e scarsamente equipaggiate, l’offensiva italiana andò incontro a un disastro In marzo le forze italiane tentarono una massiccia controffensiva per respingere i greci dall’Albania, ma andarono incontro a un sanguinoso fallimento. La guerra si trascinò in una situazione di stallo fino all’aprile 1941, quando la Germania intervenne in forze nella regione balcanica: con un’azione fulminea, le truppe tedesche invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla capitolazione. Benché vittoriosa nel finale, la campagna di Grecia si tradusse in un grave insuccesso politico per l’Italia, costretta ad abbandonare ogni pretesa di condotta delle operazioni belliche autonoma e distinta dai tedeschi.