via Enrico Bacco
P. Marracci, in Biblioteca Mariana, tomo I, P. 551, sostiene che Arrigo Bacco non è uno scrittore napoletano, bensì tedesco, mentre Vincenzo Giuliani nelle sue Memorie Storiche di Vieste, afferma che sotto questo nome velasi un cittadino vestano. Eglie estrae la sua asserzione dalla lettura del capitolo Decrittazione della città di Vieste inserita nell’opera Il Regno di Napoli diviso in dodici Province, pubblicata a Napoli nel 1618. Grazie a Bacco si ha la possibilità di conoscere il primitivo nome della cattedrale, quello di S. Maria di Oreta, che, per iniziativa di Federico II, dopo il restauro del 1240, fu dedicata in onore dell’Assunzione della Beata Vergine, titolo che conserva tuttora. Accenna anche alle antiche rovine di Marino (oggi Merino) e alla festa di S. Maria del 9 Maggio; alla permanenza a Vieste dei papi Alessandro III, in occasione del suo imbarco per Venezia e di Celestino V, quando tentò di raggiungere le coste dalmate dopo la rinunzia al Pontificato. Ciò che non fece con tante minuzie nel descrivere gli altri centri del Regno di Napoli. Solo un viestano poteva parlare con tanto ardore del suo paese che ha il territorio fertilissimo e ripartito in Natura in piani e colli con mirabile simmetria. Enrico Bacco, morì dopo il 1627.