San Nicandro Garganico

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San Nicandro Garganico (denominazioni medievali e volgari: Sanctum Nicandrum, Santo Nicandro, Santo Alicandro, San Licandro, dal 1861 al 1999 Sannicandro Garganico, Sand L°kàndr nel dialetto locale) è un comune italiano di 15.805 abitanti della provincia di Foggia in Puglia.

Territorio
Coordinate 41°50′0″N 15°34′0″E Altitudine 224 m s.l.m. Superficie 172,63 km² Abitanti 15,805 (30-06-2012) Densità 0,09 ab./km² Frazioni Torre Mileto Comuni confinanti Apricena, Cagnano Varano, Lesina, Poggio Imperiale, San Marco in Lamis

Altre informazioni
Cod. postale 71015 Prefisso 0882 Fuso orario UTC+1 Codice ISTAT 071049 Cod. catastale I054 Targa FG Cl. sismica zona 2 (sismicità media) Cl. climatica zona D, 1 663 GG[2] Nome abitanti sannicandresi Patrono santi Nicandro, Marciano e Daria, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Giorno festivo 17 giugno, 8 dicembre

San Nicandro Garganico
istituzione
San Nicandro Garganico

Storia
La prima attestazione documentaria di un Castrum Sancti Nicandri si ha in un documento di donazione, datato 1095, al conte Henricus di Monte Sant’Angelo († 1102/03), nipote di Asclettino I, del cavaliere normanno fratello di Rainulfo Drengot, il primo conte di Aversa[3]. Poche sono le notizie pervenute riguardo ai primi secoli, ma sembra piuttosto plausibile l’ipotesi di una fondazione normanna, se non bizantina, del primo castrum. In verità, il primo nucleo abitativo sembra fosse costituito da un casale, detto Difesa di San Nicandro, che doveva sorgere presso la via che conduce alla città federiciana di Apricena, nei pressi di una ben più antica chiesa dedicata a San Nicandro vescovo di Myra, forse una grancia di qualche monastero. A pochi chilometri, su un’altura costeggiata da un profondo canale detto “Vallone”, sorgeva una torre di avvistamento e difesa. Nei secoli successivi al primo millennio, tuttavia, il centro abitato si sviluppò proprio nei dintorni di quella torre, a cui fu addossata la costruzione di un castello già in epoca normanna. Probabilmente, la crescita demografica fu dovuta anche alla progressiva immigrazione di abitanti di casali costieri o, comunque, insufficientemente difesi, come Devia, Maletta e Sant’Annea. Tuttavia anche San Nicandro, nonostante la sua posizione nascosta soprattutto ad Oriente, conobbe alcune incursioni nemiche fino agli inizi del XVI secolo, che tuttavia non furono mai decisive per la permanenza e la crescita dell’abitato. Divenuto feudo già con i Normanni, quando fu oggetto di rivendicazioni tra le contee di Lesina e di Devia, lo troviamo sotto l’imperium di Guglielmo di Manero negli anni circostanti il 1174. Nel lungo corso di una serie di travagliati passaggi di proprietà tra vari patroni, è feudo (1269-1270) dei discendenti di Roberto de Clari; da questi passa ai Colant, ai Lagonessa, ai de Sus, per essere poi acquistato dai della Marra che lo detennero intorno al 1446-1490 perdendolo, poi, per reato di fellonia. Nei decenni intorno al 1520-1560 passa ai Picciolo e, dopo la breve parentesi dei Carrafa di Maddaloni, passa ai Caroprese (fine Cinquecento – primi Seicento) e infine ai Cattaneo, che lo detengono dal primo ventennio del Seicento sino al 1806, quando i feudatari sopperiscono al regno di Gioacchino Murat.

Il Santo Patrono

Il primo nucleo abitativo sembra fosse costituito da un casale sito nella parte collinare del Gargano, detto Difesa di San Nicandro, nei pressi di una chiesa dedicata a San Nicandro vescovo di Myra. Il culto a tale Santo Vescovo cadde in disuso e nel periodo della transumanza, un gruppo di pastori molisani importarono il culto ai Santi Martiri di Venafro. Oggi il paese si chiama San Nicandro Garganico ed i suoi patroni sono San Nicandro, San Marciano e Santa Daria. Nella Chiesa Matrice è custodita una reliquia ovvero un pezzo di osso di San Nicandro martire. Non vi è la certezza di come questa reliquia sia giunta nel centro garganico. Vi sono in merito due leggende, la prima narra che sia stata lasciata in loco da un Frate Cappuccino proveniente dal convento di Venafro mentre la seconda vuole che sia stata portata da un gruppo di pastori provenienti dal Molise durante la transumanza. La festa patronale ricorre dal 15 al 18 giugno ed è organizzata dal Comitato Feste Patronali. Le antiche fonti storiche non si pronunciano sulla loro provenienza (forse nativi della Grecia) ne tanto meno sulla loro parentela (fratelli?), ma riferiscono per certo come i due aderirono alla Fede cristiana e rifiutarono di compiere atto di culto alle divinità pagane. Nel consumarsi del loro martirio si intreccia una meravigliosa vicenda familiare: Daria, moglie di Nicandro, convertita anch’essa al cristianesimo, interverrà a spronare lo sposo incitandolo a non abiurare la Fede. Questo costerà anche a lei il martirio, che avrà luogo in un secondo momento rispetto a Nicandro e Marciano.

san nicandro
san nicandro

I loro corpi furono seppelliti nei pressi di Venafro, ove già nel 313 sorgerà la Basilica cimiteriale a loro dedicata. Nel 1930 furono rinvenuti i loro sepolcri, da dove miracolosamente si rinnova il prodigio della “santa manna”, un liquido misterioso che scaturisce in circostanze liturgiche particolari. La tradizione plurisecolare li acclama “ad immemorabili” patroni delle città e il loro culto è attestato anche oggi dalla fede viva che accompagna le antichissime tradizioni manifestate in modo del tutto singolare nei loro festeggiamenti. Questi costituiscono un unico nel loro genere, per le tante sfumature antropologiche e religiose espresse con fare di altri tempi. Da accurate ricerche effettuate è emerso che i simulacri furono commissionati nel 1719 dal Principe nonché Feudatario di San Nicandro Garganico, Baldassarre Cattaneo Della Volta Paleologo (Genova, 1660 – Napoli, 1739), Grande di Spagna, per devozione ai Santi Martiri di Venafro. I tre simulacri lignei, di nobile e pregiata fattura, furono scolpiti a Napoli nella bottega del Magnifico Alfonso Postiglione, famoso scultore in attività a quel tempo. Dal 2004 al 2006 i simulacri furono restaurati su forte interesse dell’allora Parroco, il sannicandrese Don Matteo De Meo, dal Prof. Raffaele D’Amico di San Severo su autorizzazione della Soprintendenza belle arti di Bari, con il contributo economico del popolo sannicandrese. Il 9 marzo 2017 è stata riaperta al culto la cappella dei Santi Martiri nella chiesa di Santa Matrice di Santa Maria del Borgo dopo un restauro di oltre un anno. Il Martirologio Romano, in realtà, riporta il martirio di Nicandro e Marciano (avvenuto il 17 giugno), ma non quello di Daria, la cui figura trova riscontro prevalentemente nella leggenda popolare. Si narra infatti che Nicandro rifiutò di sacrificare agli dei pagani confermando la fede in Cristo, proprio dietro incoraggiamento di sua moglie. Daria sarà poi martirizzata qualche giorno dopo ma il Martirologio Romano non ne fa menzione.

Chiese di San Nicandro Garganico

Parrocchia Santa Maria del Carmine
Indirizzo: Largo Domenico Fioritto, 71015 San Nicandro Garganico FG
La costruzione di questa chiesa avviene nel 1972. La chiesa di Santa Maria del Carmine nasce come costruzione fuori dal paese; ma quando fù inglobata nel centro abitato non fu’ necessario ingrandirla, e, come altre chiese di San Nicandro Garganico restò di modeste dimensioni.

Parrocchia Santa Maria del Borgo
Indirizzo:  
Largo Chiesa Madre, 1,  71015 San Nicandro Garganico FG
Su Via Chiesa Madre si affaccia la Chiesa Madre di San Nicandro Garganico, dedicata a Santa Maria del Borgo. A pochi passi è possibile ammirare anche il Castello Normanno – Aragonese. La Chiesa di Santa Maria del Borgo fu costruita tra il 1573 e il 1580, ma il suo aspetto attuale, con la facciata rettangolare che accoglie il portale tardo rinascimentale, è dovuto ai lavori di rifacimento eseguiti nel 1693. L’interno è a tre navate con pianta basilicale e volta a botte; vi possiamo ammirare le molte pregevoli statue lignee di scuola napoletana. Notevole anche il campanile dalla forma quadrata. La Chiesa viene indicata come cattedrale della città, anche se in modo improprio, perché non è mai stata residenza episcopale. Dopo la sua costruzione è stata eretta a parrocchia, in sostituzione della Chiesa di San Giorgio.

Parrocchia San Biagio
Indirizzo:  Largo Roma, 71015 San Nicandro Garganico FG
Non si hanno notizie sulla costruzione della chiesa, l’edificio originario non esiste più, solo la struttura muraria esterna potrebbe essere l’elemento che non ha subito grossi cambiamenti nel corso del tempo. i documenti più antichi relativi alla chiesa di san Biagio risalgono al 1700, citata come luogo di sepoltura, sopratutto di coloro che morivano nel vicino ospedale. Nel catasto Onciario del 1742, la chiesa è indicata come Badia di san Biagio. Durante il XIX secolo la chiesa continuò ad assolvere le funzioni per cui fu edificata, ciò spinse il Vescovo di Lucera ad intervenire perché fosse effettuata la necessaria manutenzione. il 3 febbraio 1961 il vescovo di Lucera, mons. Domenico Vendola, emana il decreto di istituzione della nuova Parrocchia di San Biagio, che diventa la terza del paese. I sacerdoti francescani hanno svolto il loro ministero nella parrocchia di San Biagio dal 1961 al 1981, fino a quando il ministro provinciale dei tempo il Reverendo Padre Leonardo Di Pinto con il suo definitorio rinunciava alla parrocchia ed invitava i frati a trasferirsi. Nel mese di febbraio del 1982 don Giuseppe De Francesco ha sostituito Don Arnaldo nella carica di parroco.

Parrocchia Maria Santissima delle Grazie
Indirizzo: Piazza IV Novembre, 71015 San Nicandro Garganico FG
La presenza dei frati minori riformati risale agli inizi del 1600, a quel tempo avevano un ospizio (1612) che ampliarono a convento, costruendo anche la Chiesa annessa nel 1634. Agli inizi degli anni ‘80 fu temporaneamente soppressa la presenza francescana, che fu ripristinata nel 1988. Nel frattempo nella chiesa conventuale era stata istituita una parrocchia, e dal 4 ottobre 1992 i Frati sono ritornati ad abitare nel vecchio convento, usando il solo piano terra, sia per l’abitazione che per i locali pastorali. Negli anni 2002/2003, con l’impegno dei frati e dei fedeli, il complesso conventuale è stato coperto da circa 800 mq di tettoia (caduta negli anni precedenti). Negli anni 2006/2008, con i lavori finanziati dalla Comunità Europea il Convento è stato reso fruibile per oltre un terzo dei suoi locali. La Chiesa è tuttora dotata di statue, tele e altre opere.