La cucina garganica, non è elaborata, ma povera, semplice e genuina, basata principalmente sui prodotti locali. Molto spazio è riservato alla farina sia per fare il pane e sia per i vari tipi di pasta. Il pane, un tempo, era preparato in casa e cotto nei forni cittadini alimentati a legna, e il suo peso variava da famiglia a famiglia e da paese a paese, da non meno di 4 kg ad oltre 7 kg. Esso costituiva l’elemento base per l’alimentazione e ogni persona ne consumava da uno a due chili al giorno. Molti piatti erano asciutti, cioè non richiedevano cottura e si consumavano generalmente a merenda e a cena, come le conserve alimentari, insalate, pesci crudi conditi con abbondante olio d’oliva, spruzzate con aceto e, spesso, anche con limone. Le minestre erano a base di verdura, pasta e legumi, mentre la pastasciutta era il pranzo della domenica. Solo nei giorni festivi si consumava carne, che, in prevalenza era quella di pecora, castrato, agnello, capretto, maiale ed eccezionalmente quella di manzo. I dolci rappresentavano un motivo di festa e si preparavano solo in determinate occasioni, come Natale, Carnevale, Pasqua, feste patronali.