Il materiale archeologico degli abitati capannicoli descritti, che è conservato nel Museo delle Origini dell’Università di Roma, si inquadra in un’epoca che va dal XII-Xl al VII-VI sec. a. C. A questo periodo si riferiscono anche i corredi funebri di numerose tombe venute alla luce a Vieste e nel suo territorio. Il tipo di sepoltura diffuso nel Gargano durante l’età del Ferro è quella a rito inumatorio scavata nella roccia, in cui si possono distinguere due varianti: quella con riempimento di pietrame e quella con lastrone di copertura. La forma delle cavità sepolcrali è a pianta rettangolare; in esse il cadavere è posto disteso o rannicchiato. Alcune fosse sono a forma di tronco di piramide. A Vieste tombe di questo tipo sono venute in luce un pò ovunque, in particolare nella località “Carmine”, una zona periferica dell’attuale centro abitato. In questa località, nell’area compresa tra la via Manzoni e la strada statale, le tombe erano scavate nel calcare nummulitico. Il loro corredo funebre, vario per quantità e contenuto a seconda dell’epoca della tumulazione e della posizione economica e sociale del defunto, è costituito principalmente da diversi oggetti ornamentali (fibule, aghi crinali, spirali, anelli, spilloni, pendagli) e da ceramica. Vi è anche qualche oggetto di ambra. Le fibule sono ad arco semplice e ad arco serpeggiante (databili al IX-VIII sec.). Alcuni pendagli sono a doppia spirale; qualche anello presenta piccoli speroni. La ceramica comprende in prevalenza vasellame. Al geometrico-japigio sono associati prodotti ionico-corinzi. E’ presente anche la ceramica a figure nere, a figure rosse e quella nero lucida. Tra la ceramica più recente è frequente quella del tipo “Gnathia”. Di queste tombe, alcune delle quali risalenti ad epoca compresa tra il IX e il VI secolo a. C., come ha dimostrato il loro corredo funebre, oggi non rimane più alcuna trac- cia, dal momento che quasi tutte sono state assorbite dalle nuove costruzioni (non poche) effettuate nella zona senza discriminazione alcuna. Il loro materiale archeologico, in parte minima, è conservato in uno scaffale metallico presso la Biblioteca civica di Vieste. Tombe “a fossa”, a pianta rettangolare, sono venute in luce anche a “Macinino”, una località distante alcuni chilometri da Vieste, sulla sinistra della strada statale che porta a Manfredonia. Il loro corredo comprendeva anche due fibule a doppia spirale.