Alessandro III, nato Rolando Bandinelli, fu il 170º papa della Chiesa cattolica dal 1159 alla morte. Si fece notare inizialmente come insegnante di diritto canonico all’Università di Bologna, dove compilò la Stroma o Summa Magistri Rolandi, uno dei primi commentari del Decretum Gratiani. Fu grande canonista e giurista. Trasferitosi a Pisa dove divenne sacerdote, nell’ottobre 1150 papa Eugenio III lo nominò cardinale diacono dei SS. Cosma e Damiano; in seguito divenne cardinale presbitero di San Marco. Probabilmente in quel periodo compilò le sue Sententiae, tratte dall’Introductio ad theologiae di Pietro Lombardo. Nel 1153 divenne cancelliere pontificio; in questa veste nel 1157 fu inviato a Besançon per chiedere a Federico Barbarossa di rimettere in libertà il vescovo Esquilo di Lund, il quale, tornando da Roma, era stato derubato ed imprigionato da cavalieri imperiali. Il Bandinelli consegnò all’imperatore una lettera firmata dal papa, in cui Adriano IV ricordava tutti i favori concessi all’imperatore. Fu in suo onore che, nel 1168, la città piemontese assunse il nome di Alessandria, edificata tra la Bormida ed il Tanaro, fondata in funzione anti-imperiale, per tenere a freno il marchese di Monferrato e Pavia, alleati di Federico Barbarossa. Nel marzo 1179 Alessandro tenne il terzo concilio Laterano, enumerato dalla Chiesa come l’undicesimo concilio ecumenico. I suoi atti accolgono diverse delle proposte del Papa per il miglioramento delle condizioni della Chiesa, tra di esse la norma – tuttora in vigore – che richiede che nessuno possa essere eletto papa senza il voto di almeno due terzi dei cardinali. Questo decreto istituì per la prima volta dall’età antica una vera e propria elezione secondo il principio di maggioranza, invece delle acclamazioni che avevano determinato fino allora l’accesso al trono di papi, re ed imperatori. Il 7 settembre 1159 venne scelto dalla stragrande maggioranza dei cardinali elettori come successore di papa Adriano IV, ma una minoranza dei cardinali elesse il cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, che assunse il nome di Vittore IV. Cacciato dalla città di Roma, che desiderava essere un comune libero, Alessandro III fuggì nel basso Lazio. Arrivò in Vieste il 7 febbraio 1177 dopo esser passato per Benevento, Troia e Siponto. Era diretto a Venezia, dove era stata stabilita la sede d’incontro con Federico Barbarossa per stipulare la pace, che fu poi detta di Costanza, e porre fine alla lunga guerra fra Impero e Papato. Per evitare che il Papa cadesse in qualche imboscata, Guglielmo II scelse Vieste, quale porto d’imbarco e, per l’occasione, allestì anche 13 galee. L’ingresso in questa città fu trionfale. Il Papa era accompagnato da numerosi vescovi, arcivescovi, abati, segretari, notari apostolici, da alcuni cardinali e dagli ambasciatori del Re di Sicilia, Romualdo, arcivescovo di Salerno e Ruggero, conte di Andria. L’inclemenza del tempo e il mare sempre burrascoso costrinsero Alessandro III a soggiornare in Vieste per un mese. Potè salpare soltanto la mattina del 9 marzo, dopo aver ricevuto le sacre Ceneri da Simone, vescovo di Vieste. La fortuna non gli arrise troppo perchè, appena al largo fu sorpreso da un improvviso fortunale. Diedi galee riuscirono ad approdare presso l’isola della Pelagosa, mentre le due che trasportavano i cavalli bianchi del seguito, anche questi donati dal re, e un’altra galea, non potendo proseguire contro la violenza del vento, furono costrette a ritornare a Vieste. Durante la sua presenza il Papa datò ben 14 importantissimi documenti, alcuni dei quali interessanti la nostra provincia.