Carpino

Carpino (Carpìnë in dialetto foggiano) è un comune italiano di 4.380 abitanti della provincia di Foggia in Puglia. Fa parte del Parco Nazionale del Gargano e della Comunità Montana del Gargano.

Territorio
Coordinate 41°45′0″N 15°50′30″E Altitudine 147 m s.l.m. Superficie 82 49 km² Abitanti 4 380 (31-12-2010) Densità 52,4 ab./km² Comuni confinanti Cagnano Varano, Ischitella, Monte Sant’Angelo, Vico del Gargano

Altre informazioni
Cod. postale 71010 Prefisso 0884 Fuso orario UTC+1 Codice ISTAT 071012 Cod. catastale B829 Targa FG Cl. sismica zona 2 (sismicità media) Nome abitanti Carpinesi Patrono San Cirillo Giorno festivo 18 maggio – Festa di San Cirillo 16 agosto – Festa di San Rocco Ottobre – Festa della Madonna

carpino
istituzione
carpino

Storia
Sebbene nel suo territorio siano stati rinvenuti numerosi oggetti in pietra scheggiata risalenti all’epoca preistorica e si possano ritrovare tracce di insediamenti di epoca romana, è difficile collocare in maniera precisa la nascita di Carpino. La presenza di un insediamento in epoca romana è dimostrata dalle fonti, cui spesso vi fanno riferimento in merito ad una strada che collegava l’antica Teanum Apulum (San Paolo di Civitate) agli abitati di Civitella (San Nicandro Garganico), Avicenna (Carpino), Monte Civita (Ischitella) e Fara, nell’area di San Nicola Imbuti (Cagnano). Gli storici ipotizzano che tale via avesse una importante funzione politico-commerciale per l’area del Gargano Settentrionale, oltre a quella di collegamento tra i vari municipi della zona. La leggenda, supportata anche da alcuni studi, collegherebbe l’origine dell’attuale Carpino alle sorti dell’antica città di Uria, cui fanno spesso riferimento Plinio e Strabone nel descrivere l’area dove oggi si trova il Lago di Varano, la cui sponda meridionale costituiva l’antica costa di un golfo. Le fonti, infatti, documentano che, a partire dal V secolo, le invasioni barbariche determinarono uno spopolamento dei centri abitati costieri del Gargano per ragioni sicurezza. Tale spopolamento determinò la nascita di piccole comunità, i Casali, in luoghi più sicuri dell’entroterra, come quello in cui adesso si trova l’abitato di Carpino e l’abitato di Cagnano Varano. In epoca normanna è certa l’esistenza di un Castellum Capreolis, eretto dopo il casale esistente, probabilmente nel XI secolo. A confermarlo sono i primi documenti su Carpino. Essa viene menzionata per la prima volta in un documento del giugno 1144, in occasione di una donazione in favore dell’Abbazia di San Leonardo di Siponto e poi, nel 1158 in una bolla del papa Adriano IV in cui vengono confermati i privilegi dell’Abazia di Monte Sacro sulle chiese di San Pietro e Santa Maria, conferiti trent’anni prima. Sempre in tale periodo, il feudo di Carpino è elencato tra le terre a servizio dell’Onere di Monte Sant’Angelo, concesso alla contea di Lesina. In conseguenza del rafforzamento del dominio Normanno tra il 1150 ed il 1160 sul versante settentrionale garganico, venne costruita la cinta muraria e l’imponente castello che dominava il centro storico e che venne successivamente ampliato e potenziato nella sua funzione difensiva dagli Svevi.

Il Santo Patrono

Il 18 maggio di ogni anno Carpino, comune del Gargano settentrionale, festeggia il suo principale patrono, San Cirillo d’Alessandria (370-444). Egli fu patriarca di questa città egiziana fronteggiando con decisione e convinta fede, attraverso i suoi discorsi ed i suoi scritti, sia gli avversari del Cristianesimo sia le derive teologiche maturate all’interno della Chiesa. Convinto sostenitore della natura divina e parimenti umana di Cristo, nel Concilio di Efeso del 431 contrastò la tesi di Maria Madre di Cristo in quanto uomo, avanzata dal patriarca di Costantinopoli, Nestorio, e dai difisisti. Ad essa San Cirillo contrappose quella di Maria “Madre di Dio”, coerentemente con la dottrina che vede in Cristo il Dio fattosi uomo per la salvezza dell’umanità. Inoltre cercò anche di porre fine alle divisioni all’interno del mondo ecclesiastico del suo tempo. Per questi motivi San Cirillo è santo sia per la chiesa cattolica sia per quella ortodossa e copta, ed inoltre è Dottore della Chiesa dal 1882, quando fu proclamato tale da papa Leone XIII. Il secolare patronato di San Cirillo d’Alessandria su Carpino è testimoniato dalla sua presenza nello stemma comunale dov’è ritratto in abiti vescovili e con le braccia rivolte verso l’alto mentre campeggia in cielo tra due rami d’ulivo, al di sopra di un prato verde e mentre viene illuminato dal sole in alto a sinistra. La pregevole statua lignea e policroma di San Cirillo d’Alessandria, databile tra il XIV ed il XVI e normalmente conservata sul primo altare della parete sinistra dell’omonima chiesa, era stata trasferita nella Chiesa Madre di San Nicola di Mira la sera dell’11 maggio 2013 per la novena. 

San Cirillo Carpino
San Cirillo Carpino

Vestita a festa con abiti vescovili bianchi, tale scultura è stata dunque sistemata sull’apposito trono addobbato, posto a destra dell’arco trionfale, mentre su quello posto alla sua sinistra è stata esposta ai fedeli la statua della Madonna del Rosario, normalmente conservata sul rispettivo altare della medesima chiesa matrice. Nel giorno della festa patronale, dopo la S. Messa solenne, ha luogo la processione delle due sacre statue per le vie carpinesi, che è salutata da un piccolo spettacolo pirotecnico e che ha rispettato il seguente ordine: i bambini ordinati in due file laterali; i membri della Confraternità di San Rocco col caratteristico abito rosso ed il proprio gonfalone; la statua di San Cirillo d’Alessandria, appoggiata su un apposito carro con ruote; il gonfalone del Comune di Carpino; le autorità locali, civili e militari; la banda musicale; il clero carpinese; la statua di Maria SS. del Rosario, anch’essa appoggiata su un analogo carro con ruote; i fedeli. Durante la sfilata della processione i carpinesi hanno lanciato sulle due statue i petali delle rose e delle ginestre dai balconi o dalle finestre delle loro abitazioni, oppure dalle strade percorse. Secondo la tradizione locale i petali di rosa sono da destinare alla Madonna del Rosario, mentre quelli di ginestra sono da indirizzare a San Cirillo d’Alessandria. Infatti il fiore della ginestra ha una caratteristica forma che ricorda quella della mitra episcopale e perciò è popolarmente paragonata al “cappello di San Cirillo”. Non a caso le ringhiere delle rampe delle scale di accesso della Chiesa Madre e di quella di San Cirillo sono state adornate proprio con dei mazzi di ginestre. Lungo il suo itinerario la processione è stata animata dalle preghiere dei devoti, dai brani musicali eseguiti dalla banda. Ma il momento più atteso e culminante è stato caratterizzato dalla spettacolare accensione della batteria a terra, opportunamente preparata nella centralissima e scenografica Piazza del Popolo, dinanzi alla chiesa intitolata al santo patrono. Dopodiché la processione ha ripreso il suo cammino verso la Chiesa Madre di San Nicola di Mira, nella quale è rientrata la statua della Madonna del Rosario. Infine il simulacro di San Cirillo d’Alessandria ha fatto ritorno all’interno della sua chiesa.

Chiese di Carpino

Parrocchia di San Cirillo
Indirizzo: Piazza del Popolo, 37, 71010 Carpino FG
Della chiesa di San Cirillo a Carpino sono ignoti la data di erezione e il nome di chi ne ha disposto la costruzione. La prima notizia risale al 1310 da Rationes Decimarum Italicae. Lo stile del piccolo portale dell’entrata attualmente secondaria, ma allora principale, sicuramente romanico pugliese, è certa testimonianza dell’esistenza di tale chiesa nel XIV secolo. A quel tempo la chiesa aveva la funzione di oratorio. Nel 1770 venne ristrutturata, acquisendo quello stile barocco che ancor oggi la contraddistingue, per quanto permangano alcuni elementi riconducibili ad altri stili antecedenti come l’antico portale principale (oggi laterale) in stile romanico. Al suo interno la volta è decorata con la grande tela dipinta a tempera raffigurante la Santissima Trinità con, ai lati, i medaglioni di San Rocco pellegrino e San Cirillo d’Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa, patroni di Carpino. Proprio a quest’ultimo è intitolata la chiesa, ma non ci sono documentazione che ne chiariscano i dettagli o che spieghino per esempio la dipendenza da questa chiesa della chiesetta di San Pietro in Cuppis.

Parrocchia San Nicola di Mira
Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele, 71010 Carpino FG
La prima notizia di questa chiesa risale al Sinodo dei Vescovi del 1678, dove l’Arcivescovo Fr. Vincenzo Maria Orsini la consacrò il 22 ottobre 1678 in onore di San Nicola di Mira, mettendovi le reliquie dei Santi Martiri Dionisio e Lelio. In seguito, si ha notizia di questo luogo di culto nel 1837 quando la collegiata veniva richiamata nella relazione dell’Intendente Cav. Gaetano Lotti, letta all’apertura di una sessione del Consiglio Provinciale di Capitanata da cui si deduce che la chiesa era stata poco prima distrutta o fortemente danneggiata, forse da eventi tellurici. Altre notizie provengono dai registri comunali inerenti ai lavori di restauro in seguito a danni provocati da scosse di terremoto e riedificazione del campanile, distrutto da un fulmine. All’edificio, situato appena fuori il tracciato delle antiche mura, si accede tramite una scalinata a doppia rampa. La facciata principale è decorata con statue in pietra inserite in nicchie, da un finestrone istoriato posto sopra il portale, da due statue di pietra che rifiniscono gli angoli della facciata e da una croce in ferro battuto al centro del timpano del tetto. All’interno è costituita da un’unica navata, maestosa, con lo sfondo in corrispondenza della cupola. La cupola è interamente affrescata, mentre in altre parti della chiesa, i diversi interventi di restauro hanno rovinato gli affreschi esistenti.