via Turbine
E’ stata intitolata a ricordo del primo scontro navale avvenuto durante la I Guerra Mondiale e, precisamente, il 24 maggio 1915 al momento dell’inizio delle ostilità fra l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. Durante quella notte navi da guerra di entrambi i fronti si mossero nel Basso Adriatico. Da Brindisi partirono tutte le navi disponibili verso la costa slava, alcune su Nin ed altre su Cattaro per prendere posizione di vigilanza e di blocco nel canale di Otranto. I cacciatorpediniere Aquilone e Turbine ebbero invece l’incarico di vigilare e perlustrare la costa pugliese fino alle isole Tremiti. La notte era cupa e tenebrosa, caratterizzata da violenti scrosci di acqua e da sferzanti raffiche di vento, che creavano difficoltà, specie alle navi italiane, con rotte diverse, ma in contatto fra loro. Nello stesso tempo il gruppo G della marina austriaca, composto dall’incrociatore Helgoland e dai cacciatorpediniere Csepel, Lika, Orjen e Tatra, si diresse verso il Gargano allo scopo di colpire Vieste, Manfredonia e Barletta. Il gruppo sapeva tenersi molto unito e, appena in vista del Gargano, si staccò solo il Lika. Non erano ancora le ore 4,00 quando si portò a circa 800 metri dalla costa e bombardò per 20 minuti il Castello di Vieste, arrecando solo danni alle strutture murane e non alle persone. Un quarto d ora p1u tardi il Csepel e il Tatra si avvicinarono a Manfredonia e drizzarono i loro cannoni sulla stazione e sul deposito delle locomotive. L’Helgoland, invece, lasciando l’Orien al Largo in vigilanza, dopo le ore 4, si avvicinò a Barletta e sparò i suoi cannoni sulla stazione ferroviaria e sul deposito dei combustibili. Quando si accorse dell’arrivo dell’Aquilone prese il largo e nella veloce ritirata incrociò il Turbine. Questi, però, non potendo affrontare una unità di gran lunga superiore, cercò di farsi inseguire per tirarsela sulla linea di crociera delle navi italiane dirette verso la sponda slava. L’intento non riuscì, perché la strada gli venne sbarrata dalle navi che avevano bombardato Manfredonia. Fu allora giocoforza accettare l’impari lotta, rispondendo al fuoco e chiedendo, tramite il radiotelegrafo, soccorso alle altre navi.