via mons. Nicolò Cimaglia
Sarebbe stato più giusto dire Via dei Cimaglia, perché in questo modo si potevano ricordare non la famiglia, ma i personaggi vissuti fra Sette e Ottocento, che con le loro opere hanno onorato il paese e si sono prodigati per farlo uscire dall’isolamento a cui era condannato da secoli. Innanzitutto sono da ricordare i due fratelli Niccolò e Orazio. NICCOLO’ fu vescovo di Vieste dal 1748 al 1764 e si dedicò con grande amore alla cura della Chiesa e del paese. Fra le tante opere da lui realizzate sono da menzionare il restauro della Cattedrale e la ricostruzione del campanile gravemente danneggiati dal terremoto del 1646, la costituzione della Confraternita di S. Maria di Merino per diffondere la devozione verso la Madonna, l’istituzione di una scuola di Grammatica, Umanità e Rettorica, corrispondente a una scuola di grado superiore. Figlio di Natale e di Geronima Chionchio, nacque a Vieste il 24 marzo 1712. Morì a Foggia il 27 maggio 1764, dove si era recato per procurare, insieme al fratello Orazio, grano sufficiente per soccorrere le necessità di Vieste, colpita da alcuni anni di siccità. ORAZIO, nato a Vieste il 2/2/1710, fu valente avvocato e assurse alla notorietà, benché molto giovane, dopo aver difeso il suo paese dall’accusa di tradimento per la resistenza opposta nel 1734 dal cavalier Crisciant, austriaco, comandante della guarnigione di Vieste, dopo l’occupazione del Regno di Napoli da parte di Carlo III di Borbone. Si trasferì a Foggia nel 1749, dove morì il 16 agosto del 1764, circa tre mesi dopo il fratello Celestino, colpiti entrambi dal colera. Dei figli di Orazio che hanno dato lustro alla famiglia, a Vieste e a Foggia sono Natale Maria, Domenico e Vincenzo……..