vico e via San Marco
L’ex monastero che si erge massiccio ed austero in questo largo, appartenne ai Padri Celestini. Di esso non è nota la data della costruzione: la menzione più antica e nella Relazione Ad Limina redatta dal vescovo Conte Mascio, in data 25 settembre 1597, in cui e detto che (vi è anche il Monastero dell’Ordine dei Celestini sotto il titolo di San Marco, dove vivono uno o al massimo due monaci. Durante il terribile terremoto del 31 maggio 1646 subì gravissimi danni e l’unico monaco che vi abitava, p. Isidonio Basnà, trovò la morte sotto, le macerie. Fu allora, soppresso in esecuzione della bolla del 15 ottobre 1652 emanata da Innocenzo X e tutti i beni passarono ai confratelli del monastero della SS. Trinità di Monte S. Angelo. Lo stabile, subito restaurato, per vari anni, ospitò i vescovi di Vieste, in attesa della ricostruzione dell’Episcopio, anch’esso danneggiato dallo stesso terremoto. La Chiesa annessa al monastero, intitolata a S. Marco e a S. Pietro Celestino, restò aperta al culto fino ai primi anni del 1800. Oggi di essa non rimane alcuna traccia, perché venne trasformata in magazzino. La piazzetta antistante divenne il 27 luglio 1961 teatro di misfatti, quando i briganti misero a soqquadro il paese e, fra strazi inauditi, torturarono e uccisero Giovannicola Spina, gettandolo su una catasta di legna accesa. Il vico (già vico stretto) è la stradina che gira intorno all’antico monastero, mentre la via S. Marco si incunea sulla destra, al termine di via Arcaroli.