Storia
Fondamentale per lo sviluppo della città è il Lago di Lesina. Lesina, nota ai romani e ai greci come Alexina, fu spesso funestata da terremoti e inondazioni marine, e la sua popolazione decimata dalla malaria. A testimonianza delle attività vulcaniche rimangono le acque calde del torrente Caldoli che scorre nei pressi del Santuario di San Nazario, nel Comune di Poggio Imperiale. Molti storici sono concordi nell’affermare che la popolazione si incrementò nel VII secolo quando, numerosi cittadini di Lucera, distrutta dall’Imperatore Costante II, si rifugiarono a Lesina con il loro Vescovo. Inoltre la pescosità del lago richiamò molta altra gente dai dintorni e dalla sponda opposta dell’Adriatico, come dall’isola di Lesina in Dalmazia. Lesina era recintata da un antico muro di protezione sia dal mare che contro le passate scorrerie dei Saraceni e dei pirati slavi. Svariate sono le fonti storiche medievali riguardanti gli eventi lesinesi nel Medioevo. Nel Cronicon Volturnense di Leone Ostiense, si legge che Grimoaldo, Principe di Benevento nel cui dominio era anche Lesina, donò nel 788 a Teodomare, Abate di Montecassino, la peschiera del lago di Lesina. Già in quei tempi i pesci della laguna erano rinomati, specialmente a Napoli, dove nel periodo di Natale carri trainati da cavalli carichi giungevano in due giorni. Essi erano così abbondanti che si mettevano sotto sale per conservarli ed esportarli all’estero. Nel 1010, il Conte Gualtieri, Normanno, possessore di Lesina, fece restituire ai monaci di Montecassino le peschiere, il mulino sul Lauro, la chiesa di San Pietro ed altri possedimenti di San Benedetto. Nel Catalogo dei Baroni che parteciparono all’impresa in Terra Santa sotto Guglielmo II “Il Buono”, viene nominato un Loffredo, Conte di Lesina, insignito del titolo di Regio Giustiziere e che nel 1164 donò a Leonate, Abate del Monastero di San Clemente di Casauria un luogo “prope Alisinam pantano circumndatam, versus Septemtrionem, in quo ecclesia Beati Clementis quondam fuerat”. Nel 1269, sotto la dinastia Angioina, per donazione di Carlo I e Carlo II d’Angiò, suo figlio primogenito, fu devoluto l’intero contado di Lesina alla Regia Curia e durò così sotto il Regno dei Durazzo fino a che Margherita, vedova di Carlo III, ricevette in dono la laguna dal figlio Ladislao Jagellone che allora era Re di Napoli.